26 GENNAIO 2014-CIASPOLATA AL RIFUGIO CALVI

PROGRAMMA

Ritrovo presso la sede di via Rocchina alle ore 6.45.
Spostamento in auto per raggiungere Carona (1 ora e 30 minuti circa)
Partenza a piedi dal tornante con possibilità di parcheggio sopra a Carona (1.222 m)
Dislivello: 780 m circa
Difficoltà: E
Tempo di percorrenza: 3 ore (andata) – 2 ore (ritorno)
Equipaggiamento: abbigliamento adeguato per un’uscita di escursionismo in ambiente invernale, ciaspole, bastoncini.
Punti di appoggio: locale invernale del rifugio. (non è garantita l’apertura del rifugio)

ITINERARIO

Si parte dal tornante (1222 m) posto lungo la strada che passa sopra il paese (svoltare subito a sinistra dopo il cimitero e salire per circa 1,5 km) e si sale quasi interamente lungo la strada di servizio (ENEL), in gran parte sterrata. La strada – con buona pendenza – raggiunge dopo poco l’abitato di Pagliari (1314 m) e prosegue passando nei pressi della cascata della val Sambuzza e della località Dosso. Con percorso più dolce si prosegue fino al lago del Prato (1654 m), per poi continuare fino alla baita Costa della Mersa ed al lago Fregabolgia. Salita la scalinata che porta alla sommità della diga, con percorso quasi pianeggiante e costeggiando il lago, si è in breve al rifugio Calvi (2006 m).

INFO UTILI:
-Uscita riservata ai soci e non soci CAI;
-Costi
SOCI CAI euro 5,00 + euro 8,00 (rimborso per trasporto in auto)
NON SOCI euro 7,00 + euro 8,00 (rimborso per trasporto in auto)
-Per coloro che metteranno a disposizione la propria auto per il viaggio verrà riservato un rimborso spese forfettario di euro 24,00 (calcolo effettuato considerando 4 persone per auto).
-in caso di forte maltempo o di bollettino neve e valanghe sfavorevole, verrà effettuata un‘uscita in zona con ridimensionamento della quota per il trasporto.

ISCRIZIONI E VERSAMENTO DELLA QUOTA IN SEDE, ENTRO E NON OLTRE MARTEDI’ 21 GENNAIO.

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TOMBOLATA IN SEDE

VENERDI’ 20 DICEMBRE ALLE ORE 21,00

TOMBOLATA IN SEDE.
Brinderemo insieme con panettone e spumante.
Vi aspettiamo!

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PALESTRA DI ARRAMPICATA: APERTURA STRAORDINARIA

A partire dal mese di gennaio e per tutto il mese di febbraio e marzo, la palestra interna del CAI di Inverigo sarà aperta anche il giovedì sera.

Orario di apertura: dalle ore 20.00 alle ore 22.00
Costo ingresso: adulto singolo 2,00 euro (ingresso gratuito riservato a tutte le ragazze).

L’accesso alla palestra sarà consentito ai SOLI soci CAI in regola con il tesseramento annuale ed in possesso del tesserino della palestra del CAI di Inverigo (da richiedere presso la sede al costo di 10 euro all’anno e che da la possibilità di accesso alla palestra anche nei giorni di martedì e venerdì dalle ore 21.00 alle ore 23.00).

Per qualsiasi informazione e chiarimento potrete rivolgervi ad Andrea, presso la segreteria della sede (martedì e venerdì dalle ore 21.00 alle ore 22.30).

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Proiezione in SEDE

Venerdì 29 Novembre
ore 21:00
presso la nostra sede

proiettiamo il film AU-DELA’ DES CIMES

Le inquadrature vertiginose riprese dall’alto o dal basso delle pareti di granito, i primi piani su una mano che procede a tastoni lungo una fenditura della roccia alla ricerca di un punto d’appiglio sicuro, esprimono meglio di qualunque altra cosa la forte passione per la montagna in questi paesaggi sontuosi che rappresentano un’autentica delizia per gli occhi. Il respiro affannoso e il soffiare del vento, che accarezza e poi maltratta quei corpi in movimento, danno allo spettatore un’idea dell’inesprimibile felicità di essere «lassù». La compagnia dell’altro, il compagno di cordata, nell’intimità di una staffetta su una parete di ghiaccio o di un bivacco in cima a un picco sottile, rendono l’idea del senso dell’amicizia. In una montagna esaltata come scenario, questo film tratta argomenti così profondi e importanti come la passione, la famiglia, l’amicizia, l’amore… Catherine Destivelle, è uno dei più grandi personaggi dell’alpinismo e tra gli scalatori più conosciuti ai giorni nostri, sia in Francia che all’estero. La sua notorietà la rende un’eccellente ambasciatrice della montagna.

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10 NOVEMBRE: monte CROCIONE – monte di TREMEZZO

PROGRAMMA

Ritrovo presso la sede di via Rocchina alle ore 6.45.

Partenza a piedi dall’abitato di Croce (392 m), poco sopra Menaggio

Dislivello: 1.300 m circa (che non devono spaventare in quanto il sentiero è una bella mulattiera che sale dolcemente)

Difficoltà: E

Tempo di percorrenza: 6-7 ore andata e ritorno.

Equipaggiamento: solito da escursionismo e una torcia o frontale per il passaggio della galleria.

INFO UTILI:

- Uscita riservata ai soci e non soci CAI;

- Costo 3 euro per i soci, 5 per i non soci;

- Il trasporto sarà effettuato con mezzi propri;

L’uscita verrà effettuata SOLO in caso di bel tempo.

ITINERARIO

Da Menaggio imboccare la carrozzabile per Porlezza. Al termine della serie iniziale di tornanti si giunge nell’abitato di Croce. Subito dopo la chiesetta del borgo deviare a sinistra seguendo le indicazioni per il campo di golf. La stradina giunge all’ingresso del Golf Club. Piegando a sinistra si sale ancora lambendo la chiesetta della Madonna di Paullo fino ad un piccolo piazzale.

Lasciata l’auto si prosegue lungo la stradina che inizialmente presenta il fondo in cemento. Oltrepassata una sbarra, sempre lungo la stradina si sale fino all’ampia sella della Bocchetta di Nava e si scende brevemente alle omonime baite. Qui si incrocia una vecchia mulattiera militare della Linea Cadorna, risalente alla Grande Guerra e la si segue verso destra. La mulattiera, recentemente restaurata, risale le pendici boscose, supera le cascine di Brete e si porta gradualmente verso l’ampio crinale sud-est del Monte Crocione per poi allontanarsene di nuovo. Con comoda salita si arriva ai piedi di una falesia il cui superamento è reso possibile da una galleria lunga un centinaio di metri olttre la quale il percorso entra nella boscaglia. Sempre comodo, il tracciato sale lungamente per poi tornare più marcatamente a destra, verso il crinale del Monte Crocione.

Una serie di tornanti porta sotto la vetta: qui è possibile abbandonare il tracciato principale per imboccare una traccia che segue l’erboso crinale del monte e, con percorso più ripido, ma più breve, adduce alla croce sommitale. Ora, per crinale erboso, ci si abbassa all’ampia sella dove, evidenti, sorgono le baite dell’Alpe di Tremezzo. Risalendo il crinale opposto in breve si tocca l cima del Monte Tremezzo.

Dalla vetta è possibile scendere sul versante opposto seguendo una vecchia strada militare (fortificazioni), e dopo un lungo tratto pianeggiante si giunge al Rifugio Venini(1.576 m)che sorge sul crinale erboso che collega il Monte Galbiga con il Monte di Tremezzo.

Rientro per l’itinerario di salita.

APPROFONDIMENTO

La potente struttura del Monte Tremezzo, costituisce la più evidente e grandiosa cima della sponda occidentale del Lario e data la sua posizione dominante anche sulla Valle di Menaggio e sul Ceresio può a buon diritto essere chiamata la sentinella del Lario. Il Monte Tremezzo è veramente una bella montagna, imponente e dalle linee regolari, isolata dalle altre quel tanto che basta per aumentare l’impressione di grandiosità delle sue architetture. La salita che abbiamo scelto si svolge interamente lungo il percorso di una vecchia mulattiera militare residuato della Grande Guerra, quando il Tremezzo, come molte altre cime affacciate sul Lario, venne fortificato in previsione di uno sfondamento delle truppe austro-ungariche sul fronte dello Stelvio, o di un aggiramento delle nostre linee che sarebbe potuto avvenire con l’invasione della Svizzera. La camminata prende le mosse nei pressi del Golf Club Menaggio, fondato dall’inglese Wyatt nel 1907. Il percorso non è mai faticoso e man mano si guadagna quota il panorama si apre lasciandoci spaziare liberamente su tutto quanto ci circonda. Sotto di noi il Lago di Como che a volte appare quasi come uno scuro fiordo; a Nord i monti della Valtellina e la piramide del Legnone; a Est e a Sud le prealpi lombarde, le Grigne, il Resegone. Dalla cima si offre anche lo spettacolo delle montagne occidentali dove spicca il grande massiccio del Monte Rosa. Nella descrizione abbiamo inserito la breve variante che porta in cima al Monte Crocione perché ci è parso un logico completamento dell’itinerario che si arricchisce di una piacevole cavalcata su ampi ed aperti crinali erbosi. Dalla vetta del Tremezzo si può poi scendere al vicino Rifugio Venini per ristorarsi e gustare le specialità cucinate dai gestori.

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GITA SOCIALE / PRANZO SOCIALE

Gita Sociale / Pranzo sociale

Domenica 17 novembre

Museo della Montagna

(Monte dei Capuccini – Torino)

Programma:

Ore 7,30 partenza dalla sede cai

Ore 10 visita al “Museo della montagna”

Ore 13 pranzo Circolo Valpiana

Ore 16 partenza per il rientro

Menu:

Lingua in salsa verde, Tomini rossi al verde, Flan di topinambur e formaggi, Salamino caldo con fonduta, Peperoni con bagna caoda,

Tajarin ai funghi e al pomodoro,

Brasato al barolo e purè, Creepes spinaci e ricotta,

Bunét, vino acqua e caffé

§§§§§§

Costo della giornata euro 40

(la quota comprende viaggio in pulman, ingresso al museo e pranzo)

ISCRIZIONI ENTRO Venerdì 8 novembre

Informazioni e iscrizioni in sede Martedì e/o venerdì dalle ore 21 alle ore 22

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SPETTACOLO IN SEDE IN SEDE

CAI  INVERIGO  e

Biblioteca Comunale

Organizzano:

Sabato 26 Ottobre  ore 20,30

Leggende e Racconti delle Alpi

Immagini, racconti e leggende delle alpi che descrivono i cambiamenti climatici

Presentate da:
Marta Villa

Sede cai – via Rocchina, 6


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ATTENZIONE: SANTA MESSA RIMANDATA A DATA DA DEFINIRSI

Sabato 12 ottobre alle ore 11:00

ci troviamo al

RIFUGIO PIALERAL

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per la tradizionale Santa Messa in ricordo dei caduti di Inverigo ed Oggiono,

quest’anno celebrata da Padre Michele Triglione.

Possibilità di pranzare al rifugio previa prenotazione in sede.

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CAMPANILE DI VAL MONTANAIA: IL RACCONTO

Dopo l’ottimo successo dell’uscita alpinistica del mese di luglio al Gran Paradiso per celebrare i 150 anni di vita del CAI, la nostra sezione può archiviare positivamente anche l’escursione svoltasi nei giorni 07 e 08 settembre, tra le montagne del Friuli, scalando una tra le più belle guglie solitarie delle dolomiti: il Campanile di val Montanaia.

Considerando la fama del Campanile e l’ambiente ancora selvaggio della valle di Cimolais, le premesse per un alto numero di presenze tra i nostri soci c’erano tutte, anche se al ritrovo fissato al sabato presso la sede di via Rocchina per la partenza, ci presentiamo in sole sette “anime”.

Approfittando così del ristretto numero, decidiamo di rinunciare alle comodità del rifugio Pordenone, preferendo affrontare una notte in tenda nei pressi dell’attacco della via per salire il Campanile; la decisione si rivelerà alla fine molto appagante.

Una volta giunti nei pressi del rifugio (dove si parcheggiano le auto), carichi degli zaini pesanti che oltre alle corde ed al materiale di arrampicata contengono anche tende, fornello e generi alimentari di primissima necessità ( vino, salami, formaggio, buste di minestra, grissini e zuccherini sotto spirito), ci incamminiamo lungo il faticoso sentiero disegnato dai numerosi passi, all’interno di un canalone detritico.

In circa due/tre ore siamo ai piedi del Campanile di val Montanaia che si presenta ai nostri occhi come una gigantesca torre di dolomia, al centro di un anfiteatro naturale e contornato da un terreno prativo; in una piccola zona pianeggiante, a poche decine di metri di distanza dal bivacco Perugini piazziamo il nostro “campo base”.

La serata è un po’ fredda e solo il vino e la compagnia riscaldano l’atmosfera; ci organizziamo per la via, prepariamo la minestra e andiamo a rifornirci di acqua per il tè della colazione della mattina seguente. In tarda serata arriva altra gente che monta e bivacca in tenda; si sente un gran vociare e sbirciando fuori dalla tenda per vedere chi si fosse accampato vicino a noi, si rimane impressionati dall’infinita quantità di stelle che riempie un cielo scuro e senza luna.

Arriva il mattino e ci prepariamo per la colazione. Sul fornello facciamo bollire l’acqua per il tè prima e per il caffè poi. Una volta pronti ci incamminiamo in discesa ed in circa mezz’ora siamo all’attacco della parete divisi in due cordate da tre. Luca, Alice ed io partiamo per primi attaccando per rampa gradinata seguita da un breve diedro. Ci seguono Giorgio, Matteo e Matteo a circa un tiro di distanza in modo da non intasare le soste; ci riteniamo fortunati considerando che l’abituale affollamento non c’è, in quanto un paio di cordate hanno attaccato molto prima di noi e dietro non abbiamo più nessuno. All’attacco lasciamo Sabrina che ci aspetterà ai piedi dell’opposto versante di salita, dove ci dovremo calare in corda doppia.

Tiro dopo tiro saliamo senza particolari problemi anche per le difficoltà contenute. A circa metà della via però le nuvole sembrano avanzare e si alza un vento freddo che per una mezz’ore ci dà un po’ di fastidio; dopo la fessura Cozzi (passaggio chiave) affrontiamo un traverso su cengia in piena esposizione molto emozionante. Si torna poi a salire prima per un camino non semplice e poi per gli ultimi tiri che ci portano a raggiungere la cima. Suoniamo la campana, salutiamo Sabrina che ci osserva dal basso, firmiamo il libro di vetta ma ci accorgiamo di aver dimenticato l’adesivo de Ul Picozzon (forse è un segno per indurci a ritornare…). Naturalmente ci concediamo una bella foto di gruppo e poi iniziamo la discesa in doppia, dato che da un po’ il sole si è definitivamente nascosto dietro a nubi che sembrano cariche di pioggia.

Le prime due doppie ci depositano sul cengione che permette di compiere l’intero giro della parte sommitale del campanile a piedi; da qui una calata nel vuoto di circa 45 m ci porta quasi alla base della parete. Un breve pezzo a piedi e poi l’ultima breve ma bella calata, ci deposita nel cuore del canalone ghiaioso e ripido che in poco tempo ci riporta sul sentiero. Scendiamo veloci dal canalone, poi corriamo per un breve tratto in salita verso le nostre tende; inizia a piovere leggermente e così lo smontaggio delle tende avviene in modo abbastanza spartano.

Dopo una breve pausa per mangiare qualcosa, con gli zaini carichi iniziamo la discesa con passo spedito, anche se poco dopo smette di piovere; rallentiamo allora il ritmo per non affaticare le ginocchia. In discesa il clima è allegro ed abbiamo in mente due cose: la splendida via appena percorsa e la meritata pausa al rifugio. Intanto Sabrina ci ha preceduto nella discesa e la troviamo al nostro arrivo seduta ad un tavolo in nostra attesa; una volta posati gli zaini ci sediamo sulle panche ed ecco che arriva il rifugista con due bottiglie di vino, dicendoci: “Queste sono offerte dal Selva! Era qui un paio di settimane fa!”

Lo ringraziamo con un brindisi. Il Valdobbiadene evapora in poco tempo.

Ora ci aspetta un lungo rientro a casa.

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Proiezione film LA VOIE BONATTI

Venerdì 11 ottobre

presso la nostra sede

proiezione del film LA VOIE BONATTI

Nel mese di ottobre del 2010 due alpinisti francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Borgnet, realizzano un progetto, che può essere considerato il sogno di ogni alpinista: ripetere in stile alpino, concatenando alcune grandi vie aperte da Bonatti nel massiccio del Monte Bianco. Partono dalla parete nord delle Grandes Jorasses, scalano quindi il Grand Capucin a cui segue il Pilastro Rosso del Brouillard, per terminare sulla cima del Monte Bianco. Scendono a Chamonix con il parapendio per chiudere in bellezza con un tocco personale il loro periplo. Il documentario segue assiduamente i due alpinisti per tutti i sei giorni della loro impresa condotta con allegria, serenità e senza presunzioni. Nessun elicottero e’ stato utilizzato per effettuare le riprese, seguendo una precisa scelta etica degli alpinisti e del regista.

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